L’Islanda è un luogo che va oltre le parole: basta un volo di quattro ore dall’Italia per ritrovarsi in un mondo di paesaggi primordiali, dove ghiaccio e fuoco convivono in perfetto equilibrio. Ma per me, quest’isola è molto più: è la terra delle cascate impetuose, dei cieli infiniti e del silenzio che ti avvolge come un abbraccio. Questo viaggio con itinerario di 7 giorni in Islanda è stato un’esperienza che ha messo alla prova i miei limiti e mi ha regalato momenti di pura meraviglia.
In questa guida ti racconto il mio itinerario completo, tra le tappe più iconiche e angoli nascosti, con consigli pratici per rendere il tuo viaggio in Islanda indimenticabile. Preparati a scoprire una terra dove la natura regna incontrastata e dove ogni giorno riserva una sorpresa.

Indice
ToggleGiorno 1: Thingvellir, Geysir e Gullfoss – L’Inizio dell’Avventura
Arrivo a Reykjavik e ritiro dell’auto
Appena arrivata in Islanda, la prima cosa che ho pensato è stata “Mamma mia che freddo!”. Ma con l’abbigliamento giusto (presto pubblicherò un articolo dedicato su cosa portare in Islanda), ho trovato subito il mio equilibrio e non ho mai avuto freddo.
Parco Nazionale Thingvellir
Abbiamo iniziato l’avventura dal Parco Nazionale Thingvellir, immerso nei colori autunnali. Nonostante la folla, i corsi d’acqua e la pittoresca chiesetta hanno reso l’atmosfera magica. La luce calda dell’autunno islandese sembrava regalare una golden hour perenne, con il sole appena sopra l’orizzonte e ombre lunghe che trasformano ogni scorcio in un quadro.
Geysir
La seconda tappa è stata Geysir, il geyser che dà il nome al fenomeno stesso. Nonostante io sia abituata ai paesaggi termali, vedere il geyser eruttare ogni 8-10 minuti è stato ipnotizzante.
Pro tip: i prezzi al bar lì vicino sono estremamente alti! Non conviene fermarsi perché si rischia di venire spennati nella classica trappola per turisti, ma non temere: a breve pubblicherò un articolo su come affrontare il costo della vita in Islanda e non spendere uno sproposito!
Gullfoss
Abbiamo chiuso la giornata con la visita alla famosa cascata Gullfoss, dove un arcobaleno al tramonto incorniciava il potente getto d’acqua. Una vista spettacolare, seppur affollata, che ha dato inizio a un viaggio che prometteva grandi emozioni.
Pernottamento
Abbiamo dormito in una tipica baita islandese nei pressi di Hvolsvöllur, circondati solo da pecore. Un’esperienza autentica e perfetta per sentirsi subito immersi nella natura. Vuoi vedere tutti i luoghi in cui ho dormito? Non perdere l’articolo dedicato!

Giorno 2: Cascate Iconiche e la Spiaggia Nera
Seljalandfoss e Gljúfrabúi
La giornata è iniziata con la visita a Seljalandfoss, la famosa cascata dove puoi camminare dietro al getto d’acqua. Purtroppo, il meteo e la folla hanno reso l’esperienza meno magica, e non siamo riusciti a visitare la vicina Gljúfrabúi, la cascata nascosta. La folla, purtroppo, è la costante delle attrazioni presenti sul Golden Circle, ma, una volta lasciato, il numero di persone presenti cal drasticamente… perciò non demordete.
Skógafoss
Skógafoss è stata senza dubbio la mia tappa preferita di questo itinerario di 7 giorni in Islanda: qui, un arcobaleno naturale incorniciava la cascata, rendendo l’atmosfera fiabesca. Nonostante io sia una persona per nulla allenata, ho deciso ugualmente di affrontare la ripida scala di ferro fino al belvedere superiore: ragazzi, fidatevi, vale lo sforzo. Una volta arrivati alla cima, inizia un dedalo di sentieri per arrivare ancora più in alto, ma per motivi di tempo, abbiamo preferito scendere e risalire in macchina.

Dyrhólaey e Reynisfjara
Ci siamo poi diretti verso Dyrhólaey e la spiaggia nera di Reynisfjara e qui abbiamo veramente assaporato la volubilità dell’Islanda: abbiamo lasciato il sole e l’arcobaleno di Skógafoss ed, in una manciata di km, abbiamo trovato pioggia torrenziale e raffiche di vento a oltre 100 km/h che purtroppo non ci hanno permesso di visitare questi due luoghi iconici. Peccato, ma nel complesso, posso ritenermi molto fortunata: è stato l’unico momento in cui la natura ha preso sopravvento sui nostri piani ed è stata la prima e unica volta in tutto l’itinerario di 7 giorni in Islanda.
Pernottamento
La serata si è conclusa a Kirkjubæjarklaustur, dove abbiamo pernottato in una carinissima casetta dispersa nel nulla, con tanto di vasca calda esterna.
Giorno 3: Parco Nazionale Skaftafell, Svartifoss e Jökulsárlón
Parco Nazionale Skaftafell e Svartifoss
La prima attività della mattinata (oltre ai soliti km macinati in macchina) è stata un trekking fino a Svartifoss, famosa per le sue colonne basaltiche perfette, simili a sculture create con precisione laser. Anche se il percorso richiede un po’ di sforzo, la vista è mozzafiato e merita ogni passo e, se ce l’abbiamo fatta io ed i miei compagni per questo viaggio, possono farcela tutti.

Dopo di che, abbiamo proseguito in macchina costeggiando il ghiacciaio più grande d’Europa, il Vatnajokull, per arrivare ad una delle sue lingue più conosciute la Svínafellsjökull: un luogo a dir poco extraterrestre, tant’è che è stata utilizzata dal regista Christopher Nolan per ambientare uno dei suoi più famosi film, Interstellar. Per raggiungerlo, è sufficiente fare una breve passeggiata leggermente in salita, adatta veramente a tutti.

Jökulsárlón e Diamond Beach
Proseguendo, abbiamo raggiunto la laguna glaciale di Jökulsárlón, dove gli iceberg si staccano dal ghiacciaio e si riversano in mare, creando un paesaggio unico. I pezzi di ghiaccio che si infrangono sulla spiaggia nera, chiamata Diamond Beach, sono spettacolari, anche se non sempre presenti in grandi quantità. Qui ho visto per la prima volta delle foche nuotare tra i blocchi di ghiaccio, un momento davvero emozionante.
Pernottamento
Abbiamo pernottato in una frazione di Djúpivogur, un piccolo villaggio ai bordi di un fiordo, perfetto per concludere una giornata intensa.
Giorno 4: Seydisfjordur, Sveinsstekksfoss e Terme di Vok
Sveinsstekksfoss e Seydisfjordur
Abbiamo iniziato la giornata con piccolo trekking (alla mia portata, perciò niente di infattibile) alla cascata Sveinsstekksfoss situata proprio dietro la casetta in cui abbiamo dormito la notte precedente: una vera gemma preziosa sconosciuta ai più, dove ho scattato alcune delle foto migliori della settimana.
Dopo, abbiamo guidato fino a Seydisfjordur, cittadina affacciata sull’omonimo fiordo, con la sua famosa Rainbow Street e le case pittoresche: una piacevole scoperta, non preventivata nell’iniziale itinerario. Qui, ci siamo rifocillati con un hamburger delizioso che consiglio vivamente.

Terme di Vok
Nel pomeriggio, ci siamo concessi un po’ di relax alle terme di Vok, un insieme di tre vasche con diverse temperature e una vista spettacolare sul lago. Perfette per rigenerarsi e rilassarsi, ma anche qua è possibile vivere il contrasto islandese fra il ghiaccio ed il fuoco: se la sola acqua calda può far annoiare i più avventurosi, un tuffo nel lago può rinfrescare la situazione. (Biglietto d’ingresso: circa 40 euro.)
Pernottamento
Questa è stata la mia sistemazione preferita per due motivi principali: il primo, perché abbiamo pernottato in una casetta completamente in legno, di recente costruzione, con tutto ciò di cui potevamo aver bisogno, sperduta nelle campagne vicino a Egilsstaðir, a dir poco meravigliosa, ma non solo. Il motivo principale è stato che finalmente, in questa location fantastica, abbiamo visto per la prima volta gli spiriti islandesi danzare sopra le nostre teste: l’aurora boreale aveva finalmente fatto capolino.
Giorno 5: Dettifoss, Lago Myvatn e Myvatn Nature Baths
Dettifoss
Dopo esserci ripresi dallo spettacolo della sera prima, abbiamo macinato un sacco di km in macchina per dirigerci in una delle cascate più potenti d’Europa, la possente Dettifoss. E’ raggiungibile con una breve passeggiata su un sentiero un po’ impervio: nonostante il percorso sia pianeggiante, alcuni tratti potrebbero risultare difficili, ma credo che stiano costruendo o ristrutturando una passerella in metallo per facilitare l’accesso ai visitatori.
Lago Myvatn e Hverir
La giornata è proseguita nella zona del lago Myvatn: luogo incantevole che meriterebbe più tempo ma, ahimè, la nostra tabella di marcia per completare il nostro itinerario di 7 giorni in Islanda prevedeva dei ritmi serrati.
La nostra prima tappa in questa zona è stata la zona geotermica di Hverir: un’area simile a Marte, con fumarole e pozze di fango ribollente. Dopodiché, ci siamo diretti verso i Lava Fields: distese di lava dove è possibile fare una piacevole passeggiata. Questa è un’altra zona utilizzata come set cinematografico: la meravigliosa Grjótagjá custodisce i segreti più intimi di Jon Snow ed Ygritte del pluripremiato Games Of Thrones.

Terme Myvatn
Abbiamo concluso la giornata con un bagno alle Myvatn Nature Baths. Anche se più affollate delle Vok, offrono un’esperienza indimenticabile tra vapore e paesaggi lunari.
Pernottamento
Abbiamo pernottato a Grenivík, un piccolo borgo di pescatori, molto tranquillo vicino a Akureyri: a dir poco meraviglioso.
Giorno 6: Whale Watching a Husavik e Goðafoss
Whale Watching
Durante questo giorno, ho vissuto l’altro momento indimenticabile di questa vacanza: il Whale whatcing in zodiac, dove siamo stati circondati da 3 esemplari di balena che si sono fatti fotografare per più di un’ora. Devo dire che, nonostante mi si astato fatto “terrorismo” dicendo che chi soffre il mal di mare deve pensarci due volte prima di fare questa esperienza, non ho avuto problemi (anche se devo dire che siamo stati miracolati perché abbiamo avuto la fortuna di navigare in un mare liscio come l’olio). E’ possibile anche fare la stessa esperienza con il traghetto, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile. Consiglio lo zodiac perché gli spostamenti sono più veloci e perciò si può dedicare più tempo alla ricerca e alla vista degli esemplari e poi perché è più agile: infatti è molto più veloce nel raggiungere gli esemplari all’interno del fiordo e l’avvistamento-avvicinamento coincidono. Con il traghetto, l’avvicinamento richiede del tempo e non sempre una volta arrivati nel punto i cetacei si trovano ancora lì. inoltre con lo zodiac gli ultimi metri di avvicinamento vengono fatti per inerzia a Motore spento: in questo modo le balene non vengono disturbate ed è possibile avvicinarsi fino ad una manciata di metri di distanza. A dir poco meraviglioso e ASSOLUTAMENTE DA FARE. Per questa esperienza, consiglio l’abbigliamento più caldo che avete, soprattutto per lo zodiac.
Goðafoss
Nel pomeriggio, ci siamo diretti alla splendida Goðafoss, la “cascata degli Dei”, il cui potente getto d’acqua lascia senza parole. Vicinissima al parcheggio.
Akureyri
Nel tardo pomeriggio, abbiamo approfittato per visitare la seconda città più importante d’Islanda, Akureyri. Qui abbiamo visto gli iconici semafori a cuore ed abbiamo cenato in un ristorante molto buono, seppur caro rispetto gli standard italiani.
Per la notte, abbiamo dormito in un hotel poco sopra la città, ai piedi delle piste da sci (chiuse durante la nostra visita).
Giorno 7: Ritorno a Reykjavik, Fagradalsfjall e Hallgrimskirkja
Colate Laviche di Fagradalsfjall
Il settimo giorno, abbiamo percorso il più alto numero di km consecutivi mai percorsi in tutti l’itinerario di 7 giorni in Islanda: quasi 400 km filati per avvicinarci a Reykjavík. Una volta arrivati a sud, abbiamo deciso di spingerci fino alle falde del del vulcano Fagradalsfjall, famoso per la sua recente attività eruttiva. Attraverso un dedalo di trekking è possibile raggiungere i punti in cui sono visibili le eruzioni in corso, ma, per questioni di tempo (e di allenamento) abbiamo deciso di fermarci a valle e ammirare le incredibili colate laviche risalenti al 2021, raggiungibili in poche centinaia di metri dal parcheggio.
Una volta lasciata la zona delle colate avremmo voluto visitare il paese di pescatori di Gridavik, ma, al momento della nostra visita, era ancora evacuato per via dell’allerta eruzione.

Reykjavik
Rientrati a Reykjavik, abbiamo passeggiato per le vie del centro, visto la famosissima chiesa di Hallgrimskirkja (purtroppo solo da fuori in quanto chiude verso metà pomeriggio) e assaggiato piatti di street food tipici della capitale islandese, come il celeberrimo Bæjarins Beztu Pylsur, l’hot dog che stregò Bill Clinton e che vanta una lunghissima coda davanti al suo microscopico baracchino.
L’Islanda è stata una sfida continua, ma anche un viaggio che mi ha lasciato un senso di meraviglia e rispetto per la potenza della natura. Dal vento che ti sferza il viso alle cascate che ruggiscono impetuose, ogni giorno è stato un’esperienza unica che ha messo alla prova i nostri limiti e ci ha regalato panorami che non dimenticherò mai.
Se sogni un viaggio che ti porti lontano dal caos, tra paesaggi di una bellezza quasi primordiale, l’Islanda ti aspetta con tutta la sua magia. Ti invito a seguire le mie prossime guide per scoprire cosa portare in valigia, come scegliere l’auto giusta e persino i posti migliori per fare la spesa e risparmiare in Islanda – dettagli che fanno davvero la differenza quando si esplora una terra come questa.
Se invece ami i paesaggi vulcanici ma non ami il freddo, dai un’occhiata ai miei articoli su Tenerife o le Isole Azzorre!
Hai già visitato l’Islanda o la stai pianificando? Fammi sapere nei commenti cosa ti ispira di più di questo itinerario e se c’è qualche luogo che non vuoi perderti. Seguimi anche sui social per altri aggiornamenti in diretta dai miei viaggi e per scoprire altre mete da sogno!